sabato 11 luglio 2009

La notte ad Orgiva

L’estate incredula tocca le mie mani contratte
verse in alto al cielo
i segni senza voce come una risposta
disegnano voci stanche e corpi tesi
come voglie che non possono chiamarsi ancora.

Meglio ridere sotto gli occhi dei cani
prendere coscienza e non guardarsi indietro.

Livido, scelgo niente perché senz’anima non è decente,
meglio ancora il silenzio
che le tue braccia sciolte,
meglio ancora ridere con i denti stretti
mentre m’incrino e canto,
meglio sarebbe scegliere il perdono
sarebbe un attimo, l’ennesimo conforto, il cuore caldo.

Scelgo di non meritarmi
perché la mia colpa è scritta.
Vedo il muoversi dei corpi
la dolcezza attraverso la notte semplice.

Luna, figlia, memore vestita dei riflessi che non ti aspettavi
adesso testimone delle mani
dei sorrisi, dei colori attenta.

1 commento:

  1. NOn so se veramente il mondo si è ribaltato quella notte, mentre i cani avevano gà avvicinato lo spirito, i poteri si stavano esaurendo e la vita scivolava via dalla fessura del cielo stellato.
    Non so come e dove e quando è successo....ma il cammino verso la saggezza si è arrestato per un lunghissimo impercettibile momento, e qualcosa ha invertito il corso della meraviglia per metterci alla prova.
    Ci siamo tagliati, sbranati ed uccisi.
    Potremo mai leccarci le ferite gonfie di sangue e cercare una cicatrice dentro la profondità dei nostri sensi?

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