giovedì 12 febbraio 2015

Lettura con specchio la Giustizia

Tende all'unità delle quattro istanze dell'essere umano: intelletto, sentimento, desiderio, necessità fisiche.
Le dita della mano piegate. quattro che si congiungono al pollice come un'unità delle percezioni terrene.
Se strette, quattro che cercano uno, tengono l'Uno che permetterà di comprendere l'intento: perchè sua la corona che tende al divino.
Anche se perfettamente terrena, rappresenta in sé, nelle scelte imperfette ( di conseguenza non simmetriche) che devono essere compiute per perseguirla, il miglior accesso a quella che sarà la prossima comprensione. Quanto un giusto limite, forse.
Questo, lo specchio, è la giustizia.
Il cambiamento.
L'elevazione.
E' possibile.
La brutta notizia è che il rischio è di finire col girare intorno. Deve essere difficilissimo metabolizzare alcune delle lezioni che vivendo ci vengono inflitte, capire e capirsi è un lavoraccio, smistare i buoni consigli dai pessimi ancora più arduo, scegliersi una credenza qualcosa di epico.
Madri, amiche sicure di quel che covano...
La buona è questa stessa figura, in attività.
Donna, come prima, istintiva e soggettiva del lettore. Per esperienza congruo, resta interpretabile nel genere a seconda della lezione che dev'essere appresa.
E' importante. perchè guarda precisamente il cambiamento in faccia.
Quell'idea covata che non attendeva che il giusto consiglio, forse.
A prescindere dal facile entusiasmo estetico della percezione momentanea, ogni cambiamento è ineluttabile e necessario e non può essere tale senza una rottura.
Senza dolore, membra orfane e teste recise.
Il prossimo passo potrebbe anche essere seplicemente applicare la sentenza.

Personalmente.

Accetta quel consiglio ed applicalo con integrità.
Verso il celeste, o verso il prossimo giro di giostra.

(XX-XIII-II)
sp.VIII