sabato 6 febbraio 2010

tutti scrivono tutto

amo scrivere. amo scrivere perchè amo il pensiero. amo il pensiero perchè amo le idee. amo le idee perchè amo i mondi ed amo le storie. l'uomo cresce attraverso la cumunicazione, attraverso la condivisione delle proprie disfatte e delle proprie insicurezze. attraverso i sogni, veicolati in metafore, la decodifica del segno. l'impronta unica, l'ultima verità che rende chi siamo attraverso un mezzo che non fa distinzioni di razza, d'educazione, né di lingua o religione.
se potessimo curiosare in tutti i cassetti appartenenti alla nostra povera, piccola e bestiale razza, troveremmo un tesoro fatto di poesia, di storie e di mondi. finalmente saremo forse in grado di decodificarci, estrarre il divino dalla pochezza che il tempo ci permette di sfruttare, dimenticarci del brutto concetto d'immortalità che preti, materialisti, signori della morale e degli anelli, i buoni e le loro masse di tuttotenenti e nullimmagino, forse anche di creare una felicità.


avete fatto caso che in fondo a questo mucchio di sciocchezze si trova questo simbolo?








si chiama Common Contents


e vuol dire che potete fare quello che vi pare di quello che scrivo se proprio ne avete voglia, basta che citiate la fonte. ed io non vi denuncerò!
fu nell'800 che un certo Signor James Watt - quello dei cavalli vapore per intenderci - inventò una macchina che, nella sua evoluzione, avremmo poi chiamato fotocopiatrice. era un momento importante. dopo il ciclostile la tecnica rubava alla mente l'unicità del suo prodotto. una specie di rivoluzione industriale del pensiero. poi sono cresciuti sempre di più il mercato, il capitalismo, i bisogni ed altre simili barbarie. poi, la proprietà intellettuale, il copyright.
non esiste crescita senza condivisione, educazione senza comunicazione, creazione senza cooperazione.
non riesco a smettere di pensare ai dada ed ai cadavrexquis, al collettivo dei wu-ming e a coloro che vedono nell'arte del divenire la vera evoluzione di una mente collettiva, più grande e divina del singolo, da troppo ferma nel pantano della vanità ( perchè no? condiviamola questa vanità, sarò sicuramente più divertente).
non posso fare a meno di girovagando per blog, in questo mare senza Nord che è la rete. a volte capita di imbattersi in qualcosa che, davvero, non aspettavi. non credo che la Scrittura Industriale Collettiva sia un caso, una derivata del web 2.0, ma il segno di un cambiamento: personale, sociale.
l'idea è quella del fordismo (non ve lo linko, sbattetevene), della catena di montaggio, delle produzioni cinematografiche: in pratica è un moloc che si nutre della carne dei tanti e forse crescendo si mangerà gli avanzi rancidi di questa sghemba realtà editoriale.
a voi la curiosità, non ditemi poi che ho taciuto. qua c'è pure un manuale, il resto è da immaginare e far crescere. insieme.

3 commenti:

  1. lo sai che sono sempre in prima linea e d'accordo con le iniziative alternative di scrittura.
    Diamoci da fare

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  2. bhe io sono preso benissimo. al momento sto leggendo il soggetto e le varie schede del Grande Romanzo Storico (che sono un monte), appena fatto vedo d'infilarmici poi ti dirò che ne vien fuori. idea mia sarebbe anche di proporre un esperimento utilizzando il metodo SIC, si potrebbe provare anche tramite iride, secondo me risulterebbe interessante...

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  3. si credo potrebbe essere interessantissimo...però devo capire il metodo al meglio....vorrei provare a farlo con il racconto cyberpunk dell'elo...magari te lo passo insieme alla lettera di circe e mi dici che ne pensi.
    Secondo me viene una bella storia.

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