lunedì 1 febbraio 2010

la nuova carne e la cattiva politica

troppo spesso cadiamo nell'errore di crogiolarci in quel piacevole senso bianco che ci condanna, atavicamente, a relegarci come centro di un mondo. esseri in bilico sulla sottile linea che separa il reale biologico, schiavi, pressati, giudicati, indicati, e l'endemica sensazione di un mondo "altro". per alcuni una sensazione che ha il peso di un sospiro: per altri una condanna all'irrequietezza e all'insicurezza, senza soluzione né giustificazione possibile.
un postulato della psicologia sperimentale, recita: "l'allucinazione non è altro che lo scivolamento (lento o progressivo) da una realtà registrata dai sensi a un'interpretazione".
le percezioni a cui siamo soggetti ci impongono delle scelte che nella maggior parte dei casi non siamo in grado di affrontare. da una parte la giusta visione programmatica di un futuro a cui difficilmente possiamo dare un senso, dall'altra la pressante condanna che viene dall'umana esistenza. Partecipare o morire.
personalmente penso troppo spesso a Burroughs ed alla Nuova Carne: "Non esiste realtà vera o Reale" diceva il Prete, "non esiste Reale senza che Uomo lo sogni, il resto è cattiva politica" dico io e, in qualche modo, mi piace pensare che saremmo stati d'accordo.


Esita letizia

Sotto l’ombra di un nastro giallo
nascosti insetti d’argento
respinti dalle luci
vibrano ai respiri bassi delle lucertole nascoste,
fino al sole.

Restano indietro solo colori che avevo già tenuto
con in mano un cappello d’aria.
Gli uccelli non volano mai
con la pancia al cielo.

Stretto, non arreso
domo di un comodo conforto conosciuto
non sarà la stessa strada,
non io lo stesso uomo.

L’amore per la mia passione più triste
non cambierà le tue decisioni né il tuo dolore
né giacerò su questa stuoia di seta
come una troia insonne
né l’erba crescerà dalle mie carni
senza radici d’inumana essenza.

Non resteranno quindi che i sapori da lingua a bocca
l’azzurro elettrico, l’abbacinante giallo.
Srotolato come un tessuto
da oriente nasce un altro dolcissimo perdono.
Solo un bacio sussurrato sulla pelle, ancora.

2 commenti:

  1. Veramente uno spaccato di poesia meraviglioso.....ti giuro che ho sentito il sapore e l'odore dell'abbandono...caldo come una mano che dopo averti premuto il braccio, lascia la stretta d'improvviso...questo è l'effetto...per ciò che posso esprimere...

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  2. grazie Lapsus. sono contento che tu abbia sentito l'emozione dietro le parole. è vero che si tratta di abbandono. e di commiato. e di illusione.
    proprio come il nostro caro vecchio "velo", dietro al quale ci nascondiamo troppo-a-volte ad aspettare un calore che ci possa rendere un po più umani, un pennello che ci suggerisca il colore perfetto. poi tutto torna in quiete...

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