lunedì 15 novembre 2010

Le ansie carnivore del niente, di Alejandro Jodorowsky



Trovo molto difficile commentare questo libro ed al tempo stesso mi risulta impossibile non farlo.
La storia inizia con la comparsa dei tre protagonisti che non ricordano più niente di se, immortali, neutri, in un paese devastato dalla dittatura di un misterioso Generale, il quale balena dalle televisioni portatili (e non) che si trovano ovunque, arringando da li il popolo fedele (ma anche no), ricordando continuamente la sua schiacciante superiorità.
Prosegue poi con la metamorfosi dei tre, la perdita della memoria si fa via via meno importante perchè il loro compito, il loro essere, si modella in funzione delle persone che incontrano, delle situazioni cui si trovano confrontati.

Questo libro è un incrocio CONTINUO di simboli, di sottotesti, di una poesia brutale ed al tempo stesso delicata che canta alla gente semplice ed al potere, alla vita ed all'estinzione umana, al tutto, al niente. La costante affermazione di non identità dei protagonisti confrontata con il devastante super-ego del Generale fa pensare al significato dell'individuo, al suo modellarsi rispetto ad un mondo ignoto, al valore stesso della parola esistenza. Il condor, che si nutre dei resti dei cadaveri, è il simbolo della vita: nella putrefazione tutto risorge e saranno i "diversi" i soli portatori della salvezza (se mai ne esisterà una), nella loro unicità così vicini al Generale che tutto può, eterno e divinamente onniscente, non certo i guerriglieri, così lontani: sempre pronti a farsi a pezzi per un ideale che porterà solamente dolore ed il prezioso sangue, sprecato.

E' un libro a tratti difficile da leggere, scritto bene ma circolare, pesantemente visionario, che però ripaga sempre della fatica che a volte si fa a immedesimarsi nei personaggi con una pesante sensazione di vuoto, di quel vuoto che dev'essere compulsivamente riempito, che ti spinge a costruire nuovi pensieri per farlo, magari nuovi mondi, piccoli mondi senza importanza, o anche no.

Mi ha ricordato 1984 di Orwell, ma anche (molto in alcuni passaggi) il Pasto Nudo e Nova Express di Burroughs, i Canti Orfici di Campana e Il Giorno che Teresa si arrabbiò con Dio, sempre di Jodorowsy, anche se queste suo ansie carnivore del niente è molto più profondo e complesso, tanto che tutti questi esempi non servono a niente.
Assolutamente a niente.

2 commenti:

  1. ...mi hai incuriosita, appena avrò finito di leggere la pila sul mio letto, mi dedicherò a lui...per dilatare il mio vuoto che a posteriori dovrà essere "compulsivamente riempito con nuovi pensieri, magari nuovi mondi".
    ...in questo caso il vuoto non mi spaventa, al contrario mi incuriosisce forse perchè lo associo alla sua conseguenza"pieno",non lo vivo come un qualcosa di statico! ciao, vecchio cataplasma!

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  2. rischia d'essere problematico trovarlo, sto libro, io l'ho scovato al negozio d'usato in san marco...certo, se tu evitassi di apostrofarmi come vecchio cataplasma potrei anche prestartelo...

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