“Una linea è stata tracciata fra se
stesso e gli altri.
Si nega che questa linea sia stata
tracciata. Non c’è nessuna linea.
Ma non provate ad attraversarla.”
R.D. Laing
I.
La stanza è in penombra, solo una lama di luce filtra dallo scuro appoggiato della finestra. All’interno di
questo intervallo di buio la polvere sembra scorrere, fluire senza peso, leggera come fumo ferma il tempo
evaporando. Una nebbia fra i mondi, come il velo dell’illusione.
Sento il pulsare sordo, sordo, del sangue, battere all’interno dei corpi cavernosi. La pelle: calda, in
fiamme per la pressione e la frizione esercitata, unta dall’olio aromatizzato al guaranà.
Mi sono un documentata un po’ prima. Ho cercato informazioni su internet e sto anche leggendo un libro sull’argomento,
ma la mano che scende verso la base, lentamente, mentre cerco di mantenere la pressione di palmo e dita costante,
millimetro dopo millimetro, dal glande fin giù, verso l’inguine, comunque trema.
Poi di nuovo su. Lentamente.
Allento la presa. L’odore acre del sudore, frammisto a quello speziato che ormai satura l’ambiente mi fa piacevolmente
pizzicare la punta del naso. Marco mi avrebbe chiesto se avessi voglia di litigare.
Massaggio quindi il ventre morbido sotto la pancia. Con l’altra mano invece comincio, delicatamente, sfiorando la pelle
con i polpastrelli, la risalita che dalla zona perianale porta al sacchetto caldo dei testicoli.
Alzo la testa per guardarlo. I suoi occhi azzurri sono tristi ed acquosi, distrattamente appoggiati sul mio seno scoperto.
II.
Buio.
Silenzio.
Sopra, nel cielo, ferite di stelle illuminate dalla luna piena.
È un grido d’alluminio ed abbagliante luce gialla che fende la notte. Veloce come una lama. Spietato tra i tornanti,
prima di ogni curva il mostro ruggente prende fiato insieme al suo Passeggero. Fischia la belva d’ira trattenuta, rallentando.
Il Passeggero, le cosce ben strette sui fianchi lucidi, blocca il suo respirare. Allenta il morso dell’animale e, finalmente,
lo libera nuovamente. Urla e con un balzo si fionda sull’asfalto inerte.
Ancora e ancora.
La Belva ed il Passeggero. Legati in un abbraccio come d’amanti, violenti come amanti, scopano la notte candita di silenzio,
rompendola, uniti insieme. Un unico nuovo essere. Sotto il vento sfrecciano. Non esiste il mondo né l’uomo.
Non conta più niente, non esiste il tempo.
Poi, non fu che acciaio e lamiere contorte. Il giallo vitale ed elettrico del mostro esploso in un accecante e
fosforico flash bianco.
Torna il mondo.
Il dolore. Tra i resti contorti della belva agonizzante giace una mattanza di benzina e olio.
Torna il tempo. Lentamente. Segue il volo del Passeggero. Accelera, quando colpisce l’asfalto e le ossa si sbriciolano,
la pelle si lacera vermiglia.
S’infrange la schiena come vetro.
Sopra, nel cielo, ferite di stelle illuminate da una luna pallida e piena.
Silenzio.
Buio.
III.
Mi chiamo Sara. Ho 25 anni e sono cresciuta in un piccolo paese vicino a Reggio Emilia. Studio psicologia a Firenze da
circa due anni. Vivo con altre tre ragazze in un appartamento sub-affittato vicino a piazza Savonarola.
Era il mese di settembre ed ero appena rientrata da un viaggio nel Salento. Due settimane di vino e taranta che avevano
mandato in fumo tutti i miei risparmi e che mi costrinsero a cercare un lavoro: ristoranti, pub e misi perfino
qualche annuncio su internet.
Una sera, tornando a casa, trovai questa e-mail nella posta elettronica:
Da: EasyWebJob
A: sarariccioliboccoli@gmail.it
Oggetto: cameriera nel weekend
Ciao,
io un lavoro ce l’ho, se non dovesse interessarti scusami in anticipo. Vorrei premettere che questo è un lavoro
serio, non fisso ma pagato 100 Euro per ogni visita.
Il lavoro però è un po’ particolare: consiste nell’aiutarmi in un programma di riabilitazione sessuale (tieni
conto che sono un ragazzo di 35 anni, paralizzato e privo di sensibilità dal torace in giù a causa di un incidente
che ho fatto 15 mesi fa), disegnato dal mio medico e che comporta anche l’uso di un dispositivo medicale (chiaramente
non comporta avere un rapporto sessuale completo fra noi). Se nonostante la natura inusuale, sei comunque
interessata a discuterne fammelo sapere, ti spiegherò esattamente in cosa consiste.
Altrimenti in bocca al lupo per la tua ricerca di lavoro.
Ti potrei per piacere chiedere di farmi sapere anche se non sei interessata? È una cosa seria e devo trovare come
iniziare il programma il possibile, è tanto che cerco ma non riesco a trovare nessuno che mi aiuti, a causa
della particolarità del lavoro.
Ciao e grazie,
Andrea
Rimasi un po’ di fronte allo schermo del MAC, il volto illuminato dalla luce azzurrognola dello schermo. Poi lo chiusi.
Poi me ne andai in cucina a bere. Poi me ne andai a letto.
Quella notte sognai una strada di montagna ed una bestia con gli occhi gialli che mi veniva incontro urlando,
come impazzita di rabbia.
IV.
- Vede…il rilassamento della muscolatura liscia delle arterie cavernose, del tessuto erettile e del corpo spongioso
che induce l’erezione risulta dall’attivazione del sistema parasimpatico e dalla simultanea inibizione del simpatico.
La risposta del parasimpatico è attivata dalla stimolazione periferica e l’erezione riflessa è mediata dal circuito
intraspinale. Informazioni integrate o in origine da strutture sovra spinali possono inoltre elicitare un’erezione
psicogena. Ne consegue che la lesione spinale può alterare sia l’erezione riflessa che quella di origine centrale, e che
il grado della disfunzione sessuale varia in relazione al livello lesionale ed alla completezza della lesione.
Nel suo caso stiamo parlando di una lesione superiore a T10 le possibilità di recupero direi che sono molto buone
In passato era pratica comune l’impianto di protesi intracavernose ma adesso questa strada è stata parzialmente abbandonata
visto il rischio di complicazioni, quali infezioni e ostrasioni.
Sono sicuramente più indicati trattamenti meno invasivi, come auto iniezioni endocavernose .
Prima però, sarà necessaria un’anamnesi accurata della funzione sessuale, sia precedente alla lesione che residua. Una valutazione
della funzione vescicale, delle funzioni viscerali ed uno neurologico basale del livello di lesione. Quindi. Vedo che è sposato… -
-…in effetti…-
-…insieme a sua moglie dovrete seguire un protocollo ben preciso che…-
-…dottore…-
-…le redigerò. Con l’ausilio di un apposito dispositivo per aiutare l’eiaculazione potrete…-
-…dottore! Mi ha lasciato. Mia moglie mi ha lasciato!-
-…
-…
-…il riconoscimento della sensibilità genitale è essenziale per poter valutare le possibilità di recupero. Ci sono diverse cliniche
che offrono servizi professionali di questo tipo. In Svizzera. In Austria…-
-…dottore…-
V.
Scende una lacrima lungo la guancia perfettamente rasata. La vedo ornata dei colori riflessi dalla luce che filtra dallo scuro
socchiuso, come un’assoluzione spicca il volo verso terra. Lentamente. Si riprende il tempo e accelera quando tocca il lenzuolo
candido, sfaldandosi in mille lucciole liquide.
Il calore adesso è quasi insopportabilmente presente nel mio palmo unto di guaranà.
Sento tendersi la tonaca albuginea, forzata dall’espandesi delle trabecole dei corpi cavernosi.
All’inizio di queste quattro settimane di terapia è stato difficile non sentirmi una troia comprata per le mie belle tette, il
mio tempo e la mia disponibilità..
Poi ho iniziato ad immaginare Andrea. Ho cercato di sentirlo come un uomo. Fuori da quella prigione di metallo e gomma che l’aiuta
solo a resistere, l’ho immaginato camminare e correre. L’ho immaginato far l’amore..
Probabilmente Andrea non camminerà mai più.
Né correrà, ma il suo cazzo caldo, nella mia mano unta di guaranà e di sudore penetra un’idea che vale molto di più degli sciocchi
pregiudizi della gente normale.
Fotte il bigotto senso del pudore di una chiesa senza dio.
Scopa l’essenza stessa del sentirsi umani.
Speranza?
Nella camera semi buia che contiene i nostri corpi martoriati dalla vita, la vita stessa sussurra come fanno gli amanti.
è un racconto pubblicato in occasione del progetto Oltre le Gambe, l'immagine è stata realizzata da
Simone Giuliani dopo averlo letto, in equilibrio su di un filo.
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