L’estate incredula tocca le mie mani contratte
verse in alto al cielo
i segni senza voce come una risposta
disegnano voci stanche e corpi tesi
come voglie che non possono chiamarsi ancora.
Meglio ridere sotto gli occhi dei cani
prendere coscienza e non guardarsi indietro.
Livido, scelgo niente perché senz’anima non è decente,
meglio ancora il silenzio
che le tue braccia sciolte,
meglio ancora ridere con i denti stretti
mentre m’incrino e canto,
meglio sarebbe scegliere il perdono
sarebbe un attimo, l’ennesimo conforto, il cuore caldo.
Scelgo di non meritarmi
perché la mia colpa è scritta.
Vedo il muoversi dei corpi
la dolcezza attraverso la notte semplice.
Luna, figlia, memore vestita dei riflessi che non ti aspettavi
adesso testimone delle mani
dei sorrisi, dei colori attenta.
NOn so se veramente il mondo si è ribaltato quella notte, mentre i cani avevano gà avvicinato lo spirito, i poteri si stavano esaurendo e la vita scivolava via dalla fessura del cielo stellato.
RispondiEliminaNon so come e dove e quando è successo....ma il cammino verso la saggezza si è arrestato per un lunghissimo impercettibile momento, e qualcosa ha invertito il corso della meraviglia per metterci alla prova.
Ci siamo tagliati, sbranati ed uccisi.
Potremo mai leccarci le ferite gonfie di sangue e cercare una cicatrice dentro la profondità dei nostri sensi?